Quando una coppia decide di iniziare un percorso di terapia, le frasi che emergono con maggior frequenza all’inizio del percorso sono: “Mia moglie non ha più desiderio sessuale”, “Il mio compagno soffre di impotenza/eiaculazione precoce”, “una volta lo facevamo più spesso, ora no, sono convinto/a che mi tradisca”.
Un dato molto importante da tenere in considerazione è che le coppie di oggi hanno subìto delle evoluzioni rispetto al passato: la “coppia di ieri” rispondeva maggiormente ad un bisogno di sicurezza sociale ed economica, i ruoli al suo interno erano più rigidamente distinti e l’amore romantico poteva esserci come non esserci. La “coppia di oggi”, diversamente dal passato, non origina necessariamente da un contratto matrimoniale, i ruoli e le regole che la caratterizzano si stanno trasformando seguendo i cambiamenti culturali, e la scelta del partner non è più guidata dal raggiungimento di uno status, ma dalla realizzazione di un desiderio.
Lo psichiatra americano Stephen B. Levine, nel 2003, affermava che il desiderio “è la risultante di tutte le forze che ci spingono all’atto sessuale e che da esso ci allontanano”. Notiamo come in questa definizione venga inclusa una duplice polarità che comprende diversi livelli qualitativi. Non si considerano quindi solo aspetti sessuali, ma anche tutto ciò che riguarda il rapporto con l’altro, dalla comunicazione alla relazione affettiva che abbiamo con l’altra persona.
Un aspetto fondamentale che caratterizza la coppia è la condivisione. Una coppia si ritrova a condividere sia aspetti relazionali propri come progetti, valori, spazi fisici e mentali, quotidianità/routine, famiglie di origine, la sessualità, sia aspetti “esterni” alla loro entità di coppia, come l’attività lavorativa, la gestione economica, passioni e passatempi, ideologie politiche.
Alla base della condivisione c’è la comunicazione, la quale può sia concretizzarsi nello scambio verbale, che nell’azione, e che, quando emergono problemi nella coppia, spesso è la prima a non essere compresa e/o utilizzata efficacemente. Le difficoltà di comunicazione portano facilmente all’insorgenza di periodi di crisi, ed è qui che la terapia può aiutare a offrire nuove chiavi di lettura e soluzioni.
La terapia non ha come obiettivo quello di riempire un vuoto, ma di valorizzare risorse già esistenti. Dal momento che una coppia comunica anche sessualmente, la terapia non ha come obiettivo quello di eliminare o minimizzare determinati sintomi disfunzionali, bensì quello di facilitare l’apertura al desiderio sessuale e di comprendere il ruolo delle aspettative sessuali.
Quando e perché intraprendere un percorso di terapia di coppia?
La crisi può diventare così profonda da creare un malessere duraturo nei membri della coppia e mettere in discussione il legame costruito nel tempo. Tra i partner possono scattare e ripetersi sempre le stesse dinamiche, che alimentano le incomprensioni e creano un circolo vizioso in cui la sessualità è una delle prime a soffrirne, manifestando come primo sintomo il calo del desiderio.
Secondo l’approccio psicologico sistemico-relazionale, la coppia non vive solo nel presente, ma è anche il risultato delle esperienze interpersonali precedentemente vissute: le crisi possono quindi nascere da situazioni del passato. Il ricordo, secondo questa prospettiva (ma non solo!), non è recepito passivamente, ma viene costruito in modo attivo nel tempo, dando forma ad una storia ricca di significati, che influenzano il presente.
La comunicazione non è qualcosa di semplice, anzi, è ricca di sfaccettature: innanzitutto, entrambi i partner comunicano non solo in maniera esplicita, ma anche implicita; inoltre, entrambi hanno sia una comunicazione condivisa che una comunicazione personale non condivisa. Possiamo facilmente immaginare come tra i fattori più comuni che scatenano le crisi di coppia ci siano proprio le differenti modalità comunicative e la mancanza di attenzione e cura verso i bisogni dell’altro.
Il fatto che ad un certo punto possano emergere conflitti non è il nucleo della crisi: questa nasce da radici molto più antiche e sfumate e trova infine solo una propria espressione nel conflitto, che diventa pertanto un sintomo, non il problema da combattere.
Al tempo stesso, è altrettanto vero che il conflitto può generare ulteriori problemi. Quanto più i membri della coppia si chiudono nelle loro differenze sessuali rapportandosi unicamente al “minimo comune denominatore” della relazione sessuale e quanto più riconduce la sessualità esclusivamente ai principi di “riguardo e premura”, tanto più si rende dipendente dall’armonia ed evita quindi la comunicazione sessuale, sia verbale che agita. Questo influenza anche la qualità della vita sessuale.
Come funziona?
La terapia non ha lo scopo di insegnare qualcosa di completamente nuovo alle persone, ma piuttosto quello di aiutare a far emergere delle risorse che già possiedono ma di cui non sono consapevoli.
Come prima cosa, viene quindi concordato un contratto terapeutico, in cui si definiscono insieme gli obiettivi, gli incontri e la frequenza. Lavorare con la coppia, significa lavorare con entrambe le persone che la compongono, ma potrebbero esserci all’inizio alcuni incontri singoli, mirati a conoscere e approfondire le storie passate che hanno costruito l’identità dei suoi individui.
Entrambi i partner devono essere disposti a impegnarsi e a investire le proprie energie. Tutto ciò che avviene durante gli incontri viene esplorato in uno spazio riservato e in cui sentirsi al sicuro e a proprio agio.
La durata del percorso varia naturalmente a seconda della complessità della situazione e della quantità di aspetti su cui la coppia desidera intervenire. Ci sono diversi fattori che possono incidere sulla durata, tra cui: le dinamiche comunicative e relazionali, la natura dell’eventuale conflitto tra i partner, le interpretazioni soggettive della situazione di coppia, le prospettive di cambiamento percepite e la disponibilità a mettere in atto le prescrizioni assegnate dal terapeuta sia in campo sessuale che relazionale.
Come comportarsi se il partner non è d’accordo?
Spesso nella terapia di coppia può accadere che uno dei due partner sia maggiormente motivato rispetto all’altro: soprattutto quando si lavora sulla sessualità, può capitare che vi sia una tendenza a evitare la responsabilità dei problemi emersi.
La terapia di coppia può essere un aiuto vincente per coloro che vogliono cooperare e fare il possibile per risolvere i problemi nella propria relazione: se un partner è contrario ad intraprendere il percorso, obbligarlo non è la via giusta per partire, in quanto mancherebbe la giusta motivazione.
Si può piuttosto cercare di comunicare i propri bisogni in modo non giudicante e approcciarsi gradualmente alla possibilità di ricevere un aiuto esterno, accompagnando così il o la propria partner a riconoscere il bisogno di supporto esterno.
Il terapeuta ha un ruolo neutrale rispetto alla coppia e alle sue aspettative, ed è importante che entrambi i partner cerchino di stabilire con lui un’alleanza il più costruttiva possibile.
Il ruolo del terapeuta all’interno della terapia
Il terapeuta si pone, rispetto alle tematiche portate dalla coppia, come ascoltatore, senza dare consigli espliciti o giudizi. Il suo ascolto è “attivo” e genera riflessioni spontanee nelle persone che sono in terapia, senza che sia assunta da lui alcuna posizione.
Talvolta le coppie iniziano la consulenza con molta confusione e turbamento a causa delle difficoltà che stanno attraversando e il ruolo del terapeuta è quello di rendere più concreto e chiaro ciò che sta succedendo. I problemi portati di membri della coppia verranno sempre accolti con comprensione e mai minimizzati, né giudicati in alcun modo. La terapia è uno spazio sicuro in cui è importante far emergere ciò che si pensa e sente davvero, per poterci lavorare efficacemente.
Possiamo concludere con una considerazione importante: nella terapia di coppia non sarà mai il terapeuta a decidere il futuro della coppia. Lo scopo della terapia è quello di far emergere le capacità comunicative e relazionali dei partner che, nel tempo, possono essersi offuscate, così come quello di accogliere le paure e le emozioni dell’altro in uno spazio protetto e libero da giudizi, con lo scopo di riscoprire il piacere e il benessere sessuale.
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Questo articolo è stato scritto dalla Dott.ssa Claudia Bava, Psicologa e Consulente Sessuale. Per prenotare una consulenza psicosessuologica con la Dottoressa, clicca qui.
Bibliografia
Ulrich Clement (2010), “Terapia sessuale sistemica”, Raffaello cortina Editore.
Sitografia
Stefani, A. “Quando si ha bisogno di cominciare una terapia di coppia?”. https://www.adrianostefani.it/articolo-psicologia.php?id_art=53&nws=3
Santagostino Psiche (2018), “Terapia di coppia, quando è utile e in quali casi funziona”. https://psiche.santagostino.it/2018/05/31/terapia-di-coppia/?utm_term=&utm_campaign=2020_PSICO_ITALIA&utm_source=adwords&utm_medium=ppc&hsa_acc=1538615916&hsa_cam=11653156682&hsa_grp=128370737429&hsa_ad=596062756063&hsa_src=g&hsa_tgt=dsa-1455976594025&hsa_kw=&hsa_mt=&hsa_net=adwords&hsa_ver=3&gad=1&gclid=Cj0KCQjwnf-kBhCnARIsAFlg492Q5wG4REKhGINiodsVzJAvU2vctASdkdnsn1H6raqjRKBVA2_XS7saAhJqEALw_wcB
Natali, S., “Sessuologia di coppia: un forte aiuto per le coppie in crisi”. https://www.natalipsicologatorino.it/sessuologia-di-coppia/